Addio officina e lavoretti noi apriamo il nostro Dojo

Emanuele e Giacomo si sono dati da fare e hanno realizzato il loro sogno: un centro di arti marziali che è anche palestra di vita per grandi e piccini

LIVORNO. Miyamoto Musashi, il più grande spadaccino giapponese della storia, nel concetto di “Hejo” racchiude tutti i precetti per adottare la strategia migliore per raggiungere lo scopo, nel combattimento così come nella vita. E si deve partire da qui per raccontare la storia di Giacomo Taddei ed Emanuele Bozzolani, amici da una vita, che insieme hanno dato vita all’Hejo Dojo.

«Non è una palestra – racconta Bozzolani – ma appunto un dojo: qui le persone non si mettono in gioco solo dal punto di vista fisico, anche la mente viene coinvolta. Si cerca una conoscenza più approfondita dell’Io attraverso le arti marziali e non solo, al fine di incanalare energie positive e affrontare più efficacemente le negatività della vita. Per questo curo molto la meditazione: in modo da allenare la ricerca della concentrazione e la consapevolezza delle proprie capacità».

Sono concetti estremamente radicati in Emanuele, e ci tiene a sottolinearli prima di raccontare la sua scelta di vita: la sua strategia, appunto, per re iniziare una nuova stagione, e affrontare le difficoltà nel mantenere una famiglia ai tempi della crisi.

«L’arte del combattimento è nella mia natura, fin da bambino mi sono sempre cimentato nelle varie discipline delle arti marziali – continua Emanuele, tre volte campione del mondo di kickboxing, ct nella specialità point fight – finita la carriera agonistica, ho iniziato ad allenare i bambini nel ju jitsu, con sempre in tasca il sogno di aprirne un mio dojo».

Ma ottenere un finanziamento dalla banca, si sa, non è mai facile. Ed è qui che è entrata in gioco la strategia di Emanuele. «Io e mio padre – racconta – siamo sempre stati bravi ad aggiustare i motori delle barche. Cinque anni fa abbiamo aperto un’officina: funziona bene e così mi sono creato le credenziali per coronare il mio sogno. Le difficoltà sono sempre tante, ma qui mi sento realizzato: stiamo creando un posto dove non si cura solo la preparazione fisica, le persone quando escono di qua devono avere qualcosa in più anche in altri aspetti».

«Ci piace andare oltre rispetto al classico concetto di palestra – gli fa eco il suo amico e socio Giacomo – stiamo allestendo un laboratorio ludico didattico aperto tutto il giorno per i bambini, e con gli adulti cerchiamo di organizzare diversi momenti per stare insieme: cene, gite ed escursioni».

Anche Giacomo un lavoro ce l’aveva: agente di sicurezza in un centro commerciale. E nonostante di questi tempi chi ha un lavoro se lo tenga ben stretto, la sua strategia per la felicità l’ha portato a lasciare le certezze per unirsi a Emanuele.

«Il lavoro di prima – dice senza troppi giri di parole – lo facevo solo per soldi. Anch’io – racconta – ho combattuto e insegnato in varie specialità, e la mia indole mi ha riportato qua, sui tatami».

La strategia per Giacomo, invece, è più semplice, ed è racchiusa nella disciplina che insegna: il krav- maga, tecnica di combattimento di origine israeliana dove lo scopo è aver ragione dell’avversario nel minor tempo possibile, colpendolo nelle zone meno protette e più sensibili.

«È una disciplina adatta a tutti – commenta Giacomo, che è responsabile della federazione europea krav-maga in Italia – sia a chi vuole tenersi in forma, a chi si occupa di sicurezza per lavoro e a chi vuole sentirsi più sicuro, uomo o donna».

Krav-maga, ju jitsu e kickboxing, per grandi e piccini, agonisti e non: l’appuntamento è in via dei Salmi 1, al Picchianti.

Da il Tirreno 22.9.2013

Lettera del Direttore Tecnico Nazionale Steve SCHMITT

Ciao a tutti,
prendo spunto da questo inizio stagione per ricordare alcuni punti importanti sul nostro presente e il nostro futuro.
Grazie al lavoro di Richard per oltre 20 anni in Francia e in Europa, il Krav-Maga è conosciuto, riconosciuto e gode di un enorme entusiasmo, e oggi, tutti noi beneficiamo del suo grande lavoro.
Anche se alcuni gruppi/federazioni…cercano di sfruttare il nostro lavoro, il nostro gruppo “la FEKM-RD” è di gran lunga la più importante e la più riconosciuto.
La nostra struttura è l’unica in Europa che offre una formazione così completa e rigorosa, per insegnanti competenti e qualificati.

Tuttavia il Krav- Maga in tutto il mondo sta vivendo un’esplosione proporzionale alla sua notorietà, con insegnanti di Krav-Maga improvvisati o leader di piccoli gruppi. Fortunatamente la FEKM-RD è un esempio da seguire, essendo il gruppo più antico, importante, unito e riconosciuto.
Ogni club beneficia dell’ immagine della FEKM-RD e ognuno di noi rappresentano al meglio la FEKM-RD.
È un circolo virtuoso.

Al fine di avere un impatto ancora più forte e aumentare la distanza che ci separa dagli altri, dobbiamo prestare bene attenzione a sottolineare le nostre differenza.
Penso che questo è basato anche su alcune piccole cose molto semplici:

– La nostra uniforme: maglia bianca, pantaloni neri e cintura.
La maggior parte delle altre correnti utilizzano t-shirt nere.

– Logo FEKM-RD:
non modificarlo sulle t-shirt.
Sulla schiena deve essere uguale per tutti, sul lato del cuore è possibile aggiungere il nome della scuola

– Pubblicità e siti internet:
l’inserimento del nome FEKM-RD per il pubblico identifica con cui egli ha a che fare: KRAV-MAGA FEKM-RD.

– Rafforzare l’immagine del Krav- Maga e non indebolirla:
tenere la mente aperta ad altre discipline o altre stili è molto sano, non dobbiamo però dare la sensazione che il Krav-Maga è incompleto, dimenticando i suoi fondamenti.

-Il logo FEKM-RD deve rimanere com’è (su siti e t-shirt):
questo è importante perché permette immediatamente al pubblico di visualizzare che questa è la FEKM-RD. Cambiare il logo è come cambiare la nostra identità. Se si rielabora il logo, si aggiunge confusione nella mente del pubblico e non si rafforza il gruppo.

La forza del gruppo, porta forza a ciascuno di noi. Essere un gruppo antico, numeroso, conosciuto e ben strutturato, dà fiducia e attira il pubblico.
Più saremo uniti nella nostra direzione più cresceremo.
Se ci mettiamo al posto del pubblico, un club della FEKM-RD dove essere riconosciuto a prima vista: divisa, cintura, logo e naturalmente, il livello tecnico, lo spirito, e la pedagogia
In questo modo, ogni club, anche il più piccolo, ha un ruolo importante nel nostro successo.

Steve Schmitt
Direttore Tecnico Europeo FEKM-RD

Il Krav-Maga in Europa

Nel 1987, aprii la prima scuola di Krav-Maga in Francia e in Europa, sulle raccomandazioni del mio Maestro Imi Lichtenfeld.
Tre o quattro anni più tardi, Jean-Luc Attlan e Armand Azoulay, dopo avermi incontrato decidono di lanciarsi con il Krav-Maga. Dopo aver invitato Eli Avikzar, uno dei miei maestri Israeliani, per condurre un corso di una settimana, creano la loro disciplina, il Krav-Contact, senza avere nessuna conoscenza reale del Krav-Maga.
Alcuni anni dopo, l’IKMF arriva in Francia e in Europa. Questa organizzazione diretta da Eyal Yanilov, un mio contemporaneo e vero maestro di Krav-Maga (eravamo entrambi studenti di Imi Lichtenfeld), usa la strategia di promuovere rapidamente gli insegnanti per sviluppare l’ IKMF in Europa. Philippe Kaddouch era il responsabile per la Francia.
Di fronte al desiderio di ampliare e ansioso di preservare intatti i principi del Krav-Maga, decido di creare la FEKM-RD (Fédération Européenne de Krav Maga-Richard Douieb) nel 1997.
Negli anni successivi, altre scuole sono emerse, alcune dissidenti della IKMF, altre costituite da miei ex allievi, altre creati da persone che non hanno mai imparato il sistema….
Dagli anni ’90, sono emersi molti correnti (EIKM, FKMDS, OPKM, Self Pro Krav, Commando Krav Maga …). Ma molti sono scomparsi o si sono frammentati in altre piccole organizzazioni.
Nel 2000 arriva il Kapap, che era una volta il termine generico usato per descrivere i combattimenti dell’esercito israeliano. Il Kapap non è mai stato definito un sistema di autodifesa fino allo sviluppo di Imi del Krav-Maga, rendendolo il sistema conosciuto oggi in tutto il mondo. Oggi molti insegnanti di Kapap, avendo poca conoscenza del Krav-Maga si ispirano a diversi sistemi di combattimento, tra cui il Kali filippino, il JKD, il Ju Jitsu….ecc.
Negli ultimi anni la FEKM-RD entra nella FFKDA Federazione Francese di Karate e Discipline Associate, per far si che tutti gli affiliati Francesi fossero riconosciuti a livello Nazionale. La FFKDA pretendeva di riconoscere alle cinture nere di Karate automaticamente anche la cintura nera di Krav-Maga. Non essendo d’accordo,  dopo varie riunioni senza trovare un punto d’accordo, la FEKM-RD si stacca dalla Federazione Francese di Karate.
Oggi, il numero di affiliati alla FEKM-RD continua ad aumentare (sta crescendo sempre di più il numero di persone che provengono da altre federazioni di Krav-Maga) e la FEKM- RD gode di una reputazione di rigore e serietà. La FEKM continua a crescere in una struttura dove la consultazione e il dialogo sono di primaria importanza, e senza il rilascio di diplomi di convenienza.

La FEKM-RD è presente in Europa con i seguenti insegnanti e federazioni
Francia: Steve Schmitt (FEKM_RD)
Portogallo: Paulo PEREIRA (FPKM)
Italia: Giacomo TADDEI (AIKM-RD)
Svizzera: Christian CHROSET (FSKM)
Belgio: Alain BAYARD (FBKM)
Polonia: Piotr TARNAWSKI – Wlodzimierz KOPEC (PKMF)
Spagna/Messico: Alexandre OROZCO (FEKM-RD.ES)
Finlandia: Ari KANGAS (NKMA)
U.K: Tomasz MAGDANSKI (BKMF)

La FEKM-RD oggi, è la federazione di Krav-Maga con il maggior numero di affiliati,  oltre 12.600…solo in Europa, superando anche le Federazioni/Associazioni con sede in Israele.

Richard DOUIEB
Presidente FEKM-RD

Vi insegno l’arte marziale degli agenti segreti Giacomo Taddei, il maestro livornese del Krav Maga: «Un’arma micidiale, ma solo per difendersi»

LIVORNO. Se ne sta seduto a gambe incrociate sul tatami della sua palestra, cranio rasato e pizzo curato, tuta da ginnastica, tee shirt bianca e un vistoso tatuaggio colorato sul braccio destro. Con il sorriso ampio e sereno e gli occhi castani dolcissimi e mobilissimi racconta la sua storia. Giacomo Taddei è un maestro di Krav Maga, l’arte marziale di origine militare israeliana utilizzata dai più efficaci body guard e i più preparati agenti segreti di tutto il mondo. “Tutto è cominciato – inizia così il suo racconto il livornese classe ’76 – quando da bambino guardando alla tele il cartone Judo Boy, con un calcio volante mi partì una ciabatta e ruppi un bicchiere di cristallo, allora i miei genitori decisero di farmi allenare in una palestra, altrimenti avrei demolito tutta la casa”. Inizia con il ju-jitsu e da lì è una carrellata di successi, fino ai traguardi più importanti, la cintura nera del 1994, tante Coppe Italia e la partecipazione ai tre mondiali (uno vinto nel 2002 in America). Dal 1998 l’inizio con il Krav Maga, l’arte marziale israeliana, che lo vede impegnato fino ad oggi nell’importante carica di Direttore Tecnico Nazionale per Italia all’interno della Federazione Europea Krav Maga. La palestra dell’Associazione Italiana Krav Maga Richard Douieb ha sede a Livorno in via Salmi. “Il Krav Maga – ci spiega Giacomo – è un’ arte marziale dalla valenza sia militare che civile, la sua disciplina è dotata di una tale miscela esplosiva di aggressività istantanea da poter essere letale”. “Bene, – e qui il bravo ragazzo e il grande atleta vengono fuori all’unisono con grande decisione – ma non è questa la caratteristica che ci interessa di questo sport, ci tengo a sottolinearlo, bensì quella civile, quella legata all’autodifesa e alla crescita fisica e etica della persona”. “Da noi, – continua – nella nostra palestra, sotto la mia guida, arriva gente di tutte le estrazioni sociali e di tutte le età, donne e bambini dai quindici ai settanta anni, che vengono per curare la propria forma fisica e per per sfogare quegli istinti aggressivi che allora sì, potrebbero essere, in ogni caso, pericolosi, nella vita di tutti i giorni. Niente bulli o perditempo quindi, nella mia palestra durano solo un giorno o due.

Le arti marziali in genere, e tra queste anche il Krav Maga, seppur traendo origine da ambienti militari, hanno in comune, come scopo più importante, quello di insegnare alle persone come difendersi in maniera efficace in caso di pericolo o di aggressione. Così cerco di far uscire dai miei corsi persone più in salute, più calme e sicure, non tralasciando di trasmettere i valori etici dell’ideatore della Krav Maga, Imi Lichtenfeld, i quali sono onestà, non aggressività, umiltà, rispetto per i compagni e per gli istruttori.” La professionalità e l’esperienza acquisita da Giacomo Taddei nella carriera agonistica di lottatore di Krav Maga è frutto di numerosi anni di allenamento, di seminari e di incontri e di “tante botte – dice con un mezzo sorriso – un ginocchio sfatto e meno male niente di più grave, no niente di veramente grave”. In palestra niente botte ma tanto duro lavoro e esercizio, assieme al maestro di kick boxing Emanuele Bozzolani che tiene corsi di ju-jitsu per bambini, MMA per adulti e meditazione. “Nella nostra palestra non vengono esaltati, ma questo non credo si possa scrivere…” e il suo sorriso si allarga ancora di più, mostrando come anche dietro un’apparenza da bullo possa celarsi talvolta tutto il contrario.

 

Da il Tirreno
22.2.2013

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